venerdì 13 novembre 2009

Talla

#





Oggi leggendo  la rubrica - A domanda rispondo- di Furio Colombo sul Fatto quotidiano ho scoperto il "caso Talla" e sono andato ad informarmi in rete.
E tanto per cambiare ho provato vergogna.Non di essere italiano ma per certe "istituzioni" che rappresentano "tutti" gli italiani.
 Sto male .
Più passa il tempo in questa "democrazia" e più sento la fetida puzza di "neo" fascismo.
riporto integralmente la rubrica apparsa sul fatto del 12/11/09.


A DOMANDA RISPONDO

ESPULSIONI E INCIVILTÀ

Furio Colombo

Caro Colombo, e Talla? Quando un giovane immigrato viene arrestato, senza colpa e senza reati, come è diventato tipico ai tempi di Maroni, e viene portato in uno di quei lager chiamati “Centri di identificazione e di espulsione” c’è da preoccuparsi. Talla è un esempio straordinario di integrazione e di successo e ora stanno per cacciarlo. Perché stiamo zitti?
Fiorenzo e molte altre firme

NON STIAMO ZITTI. Ne abbiamo parlato e ne parleremo su questo giornale. Ne abbiamo parlato e parleremo, in Parlamento, soprattutto nelle due Commissioni per i diritti umani, alla Camera e in Senato. Una cosa devo ammettere. Di tutte le forze politiche presenti in Parlamento, soltanto i Radicali non si distraggono mai di questi argomenti. Per esempio nei giorni 6-7 e 8 dicembre visiterò assieme ai deputati radicali eletti nel Pd alla Camera, quanti più lager di identificazione e di espulsione possibile. Ma il caso Talla (Talla Ndao, 29 anni, senegalese) è di quelli che qualificano e definiscono in un senso o nell’altro la civiltà di un paese. Talla, nei sei anni di vita in questo paese è diventato italiano (purtroppo non nel senso della cittadinanza ma in quello della cultura, della vita, della integrazione). E’ diventato sardo. Vive (o meglio, viveva) a Iglesias. È uno dei più promettenti musicisti italiani, artista reggae già molto noto fra esecutori, specialisti, critici e pubblico giovane. È autore di uno dei pezzi più belli e popolari per la raccolta dei fondi a favore dei terremotati in Abruzzo. Una vera folla di artisti e di giovani chiede che Talla resti quello straordinario italiano che è diventato. Perché dovrebbero espellerlo? Per un marchingegno malefico inserito appositamente (cioè con intento xenofobo), nel “pacchetto sicurezza” Bossi-Maroni. Nei suoi primi giorni di grama vita italiana, Talla aveva venduto, per sopravvivere, cd contraffatti. La legge vuole che, se anche diventi un santo e il tuo reato è piccolo, lontano e mai ripetuto, quel reato resti una buona ragione per espellerti in manette in qualunque momento. Prendo un impegno. Se Talla resta in Italia, libero, come è giusto e civile e desiderato dai tanti che lo conoscono e lo stimano, sono pronto a riconoscere di essermi sbagliato in tutti i giudizi espressi in questa pagina contro la Lega e contro Maroni.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano 00193 Roma, via Orazio n. 10 lettere@ilfattoquotidiano.it







 __ facebook. Talla deve restare in Italia


#

Nessun commento:

Posta un commento