giovedì 14 gennaio 2010

Sassolini

#





Sento l"esigenza di esprimere con poche parole il mio punto di vista (finchè si può...) su un argomento molto "gettonato" in questi giorni : gli italiani e il razzismo.
Non mi interessa essere chiaro e compreso a tutti i costi , preferisco gettare i miei "soliti sassolini nello stagno".
La Lega Nord secondo me (quella attuale...) è un partito gestito da persone con forti pulsioni razziste , xenofobe , e sopprattutto fascistoidi che si arricchisce (con i voti e il potere ) promettendo alla gente di avere la soluzione a quelle stesse paure che alimenta e amplifica approffittando  dell"ignoranza e dell"egoismo nascosti nell"animo di chi li vota.( gli stranieri ci odiano , ci rubano tutto e vogliono sottometterci quindi gli dobbiamo odiare impedire di poter avere qualcosa , sottomettere /sfruttare /e cacciare via...)
E molti tra chi sostiene che nel nostro paese non ci debba essere posto per nessun migrante è nipote o parente di migranti...
Il vero male di questo paese non è il razzismo ma la mancanza di memoria...
Sui fatti di Rosarno dico solo che mi sembra  il risultato (uno dei tanti...) di quello che gran parte dei politicanti e dei potenti a braccetto con la criminalità organizzata (e ormai istituzionalizzata...) fa e continua a fare da decadi in stò povero paese : si arricchisce e consolida il proprio potere sulle spalle dei cittadini , delle minoranze e di chi non deve aver diritto ad avere diritti.
GUERRA TRA POVERI.
E chi comanda (e chi ne trae vantaggio...-governo e "opposizione-) sta a guardare e recita la propria parte
consapevole che scene come questa ogni tanto succedono.Fa parte del sistema .(dividi et impera...)
Riporto di seguito un bel articolo di Massimiliano Boschi apparso il 14/01/2010 su Il fatto quotidiano .



Il fondamentalismo padano: una “Jihad” in salsa lumbard

ADDITATO COME NEMICO, IL MODELLO PIÙ VICINO ALL’INTOLLERANZA DEL CARROCCIO È PROPRIO IL FANATISMO ISLAMICO
di Massimiliano Boschi

Entrambi auspicano una guerra santa, entrambi vogliono i propri simboli religiosi sulle bandiere nazionali, entrambi utilizzano la religione per pura propaganda e alimentano la paura per volontà di potere. Le vicinanze tra i fondamentalisti islamici e i leghisti nostrani non sono mai state così evidenti. Ovviamente fare propaganda alla guerra santa tra i campi profughi piuttosto che nei bar della Padania produce effetti diversi. La violenza da una parte è solo evocata, dall’altra praticata ma, nei fatti, i leghisti inseguono gli integralisti sul loro stesso terreno.
Un esempio è l’articolo del 29 dicembre scorso sulla Padania dove Enrico Macchi attacca la Chiesa “schiacciata com'è su posizioni solidaristiche del tutto perdenti” e invoca una nuova battaglia di Lepanto “perché a volte la guerra, metaforica o meno, è necessaria per ottenere la pace”. Dalla Padania, quindi, l’invito a tutti i cristiani a coalizzarsi contro i mussulmani come fece Pio V a Lepanto. Una “Lega santa” per una “Jihad” in versione “lumbard”. Che i leghisti si ispirino ai fondamentalisti è poi esplicitato da loro stessi. Si veda la proposta di un referendum contro le moschee in Italia in nome di una presunta reciprocità: “là niente chiese, qua nessuna moschea”. In Marocco, però la Chiesa cattolica è presente con 18 chiese che possono ospitare i 20.000 fedeli presenti. In Tunisia le parrocchie sono 6, mentre i luoghi di culto in generale sono circa 15. La chiesa cattolica è presente persino in Pakistan con sette diocesi. É invece in Arabia Saudita, terra di Bin Laden, che sono proibiti gli edifici cristiani. Non risulta, però che la maggior parte degli immigrati presenti in Italia sia di origine saudita. Senza contare che centinaia di moschee sono presenti in Germania, Francia, Olanda. Evidentemente la Lega ha altre fonti di ispirazione e preferisce il modello saudita.
Ultimamente gli unici europei che stanno simpatici ai leghisti sono gli svizzeri solo perché hanno votato contro i minareti. Anche se la Svizzera ospita comunque 200 tra moschee e luoghi di preghiera islamici. Restano proprio solo i sauditi. Altrove hanno compreso che se si chiede il rispetto per la propria religione si deve rispettare quella dell’altro. In caso contrario si rischia di arrivare a quella guerra santa che sembra tanto affascinare i fanatici di ogni religione. Quelli che insieme al fanatismo coltivano un identico vittimismo. Si legga quanto scriveva Bin Laden nel sua “fatwa” del 1996: “Non dovrebbe venirvi nascosto che il popolo dell’Islam ha sofferto per le aggressioni, le iniquità e le ingiustizie infertegli dall’alleanza di crociati e sionisti e dai loro collaboratori; a tal punto che il sangue dei musulmani è diventato quello meno prezioso e il loro benessere è il bottino nelle mani dei nemici. Il loro sangue è stato versato in Palestina e in Iraq. Le orrende immagini del massacro di Cana, in Libano, sono ancora vive nella nostra memoria. Massacri in Tajikistan, (...) Filippine, Somalia, Eritrea, Cecenia e Bosnia. Massacri che danno i brividi e scuotono le coscienze”.
Questo “invece” (si fa per dire), ha scritto il Gruppo Consiliare della Lega Nord in Emilia Romagna nell’introduzione all’opuscoloIslam e immigrazione. I numeri di un’invasione: “Nelle capitali dei paesi islamici si assaltano sedi diplomatiche, si bruciano simboli dell’odiato occidente, si distruggono chiese e si uccidono preti e missionari, si mettono bombe per annientare quel poco che resta delle comunità cristiane che da centinaia di secoli popola quei paesi”. Da “Al Qaeda” alla Lega: stesso tono, stesso vittimismo, stesso invito alla rivolta contro il nemico religioso. Così, se da una parte si semina il terrore, dall’altra una più gestibile “fifa”, ma intanto si innalza il muro attraverso una propaganda assillante su quanto “l’altro” sia pericoloso, tra provocazioni reciproche. E se da un parte si bruciano le bandiere occidentali, dall’altra si cammina con i maiali sui terreni adibiti alle costruzione delle moschee.
Ma l’effetto più assurdo e preoccupante è quello per cui per difendere “le nostre libertà”, i leghisti propongono di limitarle costantemente e in molti, anche a sinistra, si adeguano. Si veda per esempio la costante “talibanizzazione” delle città italiane. Ovvero il lunghissimo elenco di divieti in cui sono maestri i sindaci leghisti, seguiti purtroppo da primi cittadini di ogni colore politico in cerca di facile consenso. E così ci ritroviamo a vivere in città in cui è vietato lo stazionamento “a più di tre persone nei parchi nelle ore notturne” (come a Novara), in cui si multa un bambino di quattro anni perché mangia un panino davanti a una chiesa (Verona) in cui non si può camminare a torso nudo (Sanremo) o si segano le panchine dei parchi pubblici come a Treviso. Mentre il ministro dell’Interno, il leghista Roberto Maroni, vieta le manifestazioni davanti ai luoghi di culto. Destino inevitabile, perché quello che spaventa realmente leghisti e fondamentalisti non è la religione altrui, ma la libertà.






#

Nessun commento:

Posta un commento